giovedì 1 settembre 2011

Matteo Arpe entrerà in Bpm?

Matteo Arpe entrerà in Bpm? Questo è il lite motiv dell'estate che tiene banco a poco più di due settimane dal consiglio d'amministrazione della Bpm (la data è fissata per il 13 settembre 2011), che dovrebbe deliberare il maxi aumento di capitale da 1,2 miliardi di euro. L'ingresso nel capitale della banca milanese da parte di Matteo Arpe, tramite Banca Profilo o il fondo Sator, è un'ipotesi che circola in quel di Piazza Affari con sempre maggiore insistenza. Matteo Arpe, secondo i bene informati, si starebbe muovendo con l'intenzione di acquisire il 5% del capitale della Bpm. Ora, posto come assunto corrispondente al vero, che qualcuno nell'arco delle ultime settimane abbia rastrellato azioni dell'istituto di credito meneghino è una realtà inconfutrabile e, a dire il vero, questo movimento di azioni è stato agevolato, e non poco, anche dal crollo delle quotazioni agostane dei titoli bancari. Tuttavia, dal quartier generale di Matteo Arpe, non arriva alcuna conferma in merito. Il suo eventuale ingresso come socio, peraltro, preluderebbe all'ascesa alla guida manageriale del gruppo. E questo passaggio non sarebbe né immediato, né tanto meno di semplice realizzazione, poiché dovrebbe avvenire d'intesa con i sindacati dei dipendenti azionisti che governano la banca. Per far capire le dimensioni economiche dell'evento, facciamo riferimento ai calcoli effettuati dal sito Dagospia: "Con la quotazione del titolo scesa intorno a 1,5 euro diventa infatti sempre più difficile varare un´operazione sensata per gli attuali azionisti. Che rischiano di vedere svenduta la banca per un tozzo di pane (400 milioni) a nuovi investitori venuti dal nulla o al consorzio di garanzia guidato da Mediobanca, se questo confermerà l´impegno. I conti sono presto fatti: per assicurare uno sconto sul Terp (valore teorico al netto del diritto d´opzione) almeno del 25% (l´aumento del Monte dei Paschi ha dovuto assicurare un 27,8%) la Bpm dovrà emettere circa 3 miliardi di nuove azioni a 0,40 euro l´una, per un concambio con le vecchie azioni di 1 a 7,2. In pratica chi vorrà seguire l´aumento di capitale della Bpm e non vedersi diluito dovrà comprare 7,2 azioni a 0,4 euro ogni vecchia azione posseduta. Vale a dire che tutti quei piccoli soci della Bpm che hanno un pacchetto di azioni che al momento valgono circa 10mila euro, si troveranno a doverne sborsare quasi il doppio (19.200 euro) per mantenere lo stesso peso. L´alternativa è vendere il diritto a circa un euro e lasciare il comando della banca a chi sottoscriverà l´aumento, che con questi termini arriverà a pesare per l´88% del capitale mentre agli attuali soci rimarrà un misero 12%." Ad escludere l'ingresso nel capitale della Banca Popolare di Milano, però, è un comunicato stampa diramato quest'oggi dall'Associazione degli Amici della Bpm. Nella nota si legge, infatti, per bocca di Alessandro Dall'Asta, presidente dell'Associazione Amici della Bpm che "non risultano allo stato attuale contatti con il dottor Matteo Arpe in relazione all'aumento di capitale di Bpm di prossima emissione". Peccato, però, che oggi su Finanza & Mercati sostiene che Matteo Arpe avrebbe trovato un alleato forte all'interno della banca, ovvero il sindcato Fiba-Cisl, tra le sigle che compongono l'Associazione che a sua volta esprime la maggioranza del Cda della banca milanese. L'obiettivo di Arpe sarebbe quello di puntare alla presidenza, sostituendo Massimo Ponzellini, aggiunge il quotidiano. Dunque, al di là di smentite che paiono piuttosto di facciata, l'interesse per Bpm da parte di Matteo Arpe pare molto serio ed in fase avanzata e crediamo che vi siano le condizioni affinché il suo ingresso nel capitale della Banca Popolare di Milano si concretizzi.
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