sabato 9 aprile 2011

Contratti di protezione del credito

Cosa sono i contratti di protezione del credito? Si tratta di sostituti naturali dei cosiddetti Credit default swap e, nelle intenzioni dell'Osservatorio legislazione & mercati (Olm) della Fondazione Cuoa (Centro universitario di organizzazione aziendale di Altavilla Vicentina), saranno uno strumento che non mirerà ad abolire il derivato creditizio, bensì gli restituirà la sua tipica funzione di strumento di protezione del credito. Per far ciò, però, sarà necessario modificare l'articolo 1 del Tuf (Testo unico della finanza): sottrarre i derivati creditizi dal novero degli swap finanziari escludendo così la possibilità di un loro impiego per fini speculativi. In buona sostanza, quando si stipula un Interest Rate Swap (IRS) ci si protegge dalla fluttuazione di un tasso di interesse; quando si stipula un Cds si cerca invece protezione contro il rischio che un debitore non paghi il prestito accordatogli. Un Irs è una scommessa su un tasso di interesse mentre un Credit default swap è una specie di polizza assicurativa. Ma affinchè abbia un senso sostituirli con dei contratti di protezione del credito, l'ex Cds deve poter essere stipulato soltanto da chi abbia un credito da proteggere (vietando implicitamente la prassi dei naked Cds, stipulati senza una reale esposizione). La proposta dell'Olm prevede anche un divieto di sovraesposizione, il cui scopo è impedire che su una stessa posizione debitoria possano aprirsi una molteplicità di posizioni, trasformando così il sinistro creditizio, ossia una condizione patologica del sistema, in un'occasione speculativa pura. La proposta di legge, che verrà ufficialmente presentata a Milano il prossimo 13 aprile, non crede nella standardizzazione dei contratti di protezione del credito ma crede nella centralizzazione delle informazioni, con l'obbligo per gli stipulanti di dichiarare in un sistema pubblicamente accessibile, gestito da Borsa Italiana, tutte le operazioni stipulate, i relativi estremi e l'andamento della posizione. A far scattare i Credit default swap non è soltanto il default puro, il crack del debitore, ma anche altri più blandi avvenimenti, come la semplice ristrutturazione. Nella pratica l'incertezza regna sovrana. I nuovi contratti di protezione del credito dovranno recare in chiara evidenza i casi e le condizioni in cui potranno essere attivati. Al fine di ovviare all'incertezza nella determinazione dell'evento scatenante i Cds affidano la scelta o allo stesso intermediario stipulante o ad un soggetto (agente di calcolo) spesso vicino allo stesso intermediario. Altro registro per i contratti di protezione del credito: questi, infatti, saranno soggetti veramente indipendenti (intermediari, revisori o consulenti finanziari) a divenire imparziali arbitri della decisione. Infine, in chiave antielusione, sarà impossibile il by-pass della proposta, che potrebbe agevolmente essere aggirata sottoponendo il contratto a una legge estera. Se il contratto di protezione del credito ha un momento di contatto pur minimo con il territorio italiano, le nuove norme contengono un antidoto: si applicano nonostante qualunque deroga.
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