lunedì 28 febbraio 2011

Nuovi scenari per i mercati finanziari

Il giro di boa del nuovo anno, in un'ottica di più lungo periodo, ha rappresentato una svolta non solo sul calendario, ma anche sullo scenario economico e finanziario internazionale. La crisi libica di questi giorni ha scosso la Borsa, i contraccolpi immediati e legati ai fatti di attualità risultano inevitabili, dopo che invece le rivolte e i mutamenti politici in Egitto e Tunisia non avevano provocato conseguenze rilevanti per i listini. Ma numerosi fattori, dati e segnali di carattere strutturale, sul panorama economico e finanziario globale, indicano la possibilità di proseguire con decisione sulla strada della ripresa, e rappresentano importanti presupposti per guardare con fiducia alle prospettive di medio e lungo periodo. Al di là delle oscillazioni dei mercati più contingenti e di breve, a volte di brevissima, durata.

Innanzitutto, dopo un 2010 di turbolenze ed incertezze soprattutto sullo scenario macro economico europeo, dopo le crisi finanziarie di Grecia e Irlanda dello scorso anno, le tensioni sul debito sovrano di alcuni Paesi dell'area Euro suscitano minore preoccupazione grazie all'iniziativa di Governi e istituzioni internazionali. Ma sono del resto diversi altri i segnali, i dati e risultati, che portano a questa svolta. Il quadro economico mondiale mostra indubbi segni di vitalità e le dinamiche al rialzo dell'inflazione, per ora moderate, e legate a quelle dei prezzi di materie prime, petrolio e tariffe, evidenziano che il motore dell'economia dei Paesi industrializzati è in ripresa: gli Stati Uniti fanno registrare il sesto trimestre consecutivo di crescita positiva, e con la tendenza in ulteriore miglioramento, mentre nelle prime settimane del nuovo anno c'è stata una stabilizzazione dell'Euro nei confronti del Dollaro, segno che l'Europa sta riguadagnando terreno anche nei confronti del nuovo slancio americano. L'economia in Germania viaggia come una locomotiva, analisi e rilevazioni indicano che la fiducia dei manager e dirigenti d'azienda tedeschi sull'andamento degli affari, e sulle prospettive per i prossimi sei mesi, è al massimo storico dal 1991. E sono tutti indizi importanti, colti per tempo da analisti finanziari e investitori, sulla direzione al rialzo che ha imboccato il ciclo economico internazionale.

Sullo scenario europeo la crisi del debito sovrano e del sistema finanziario che nel 2010 ha scosso Grecia e Irlanda appare ormai avviata verso una soluzione organica, l'Unione Europea affronta la questione in maniera più strutturale e la Bce si è mossa in maniera efficace acquistando Titoli di Stato dei Paesi in difficoltà dell'area euro, sostenendone il finanziamento. Al contempo, lo European Financial Stability Facility (Efsf, l'organismo sovranazionale per la stabilità finanziaria dei Paesi europei) il 25 gennaio scorso ha emesso con successo un primo Bond, per complessivi 5 miliardi di euro, come parte del finanziamento per l'Irlanda, con una consistente adesione da parte di Paesi asiatici come Cina e Giappone, che da solo ha acquistato circa il 20% dell'emissione finanziaria europea. E ora le autorità di Bruxelles stanno valutando la possibilità di ampliare le competenze dello European Financial Stability Facility a sostegno di eventuali altri Paesi europei in difficoltà. Anche le aste dei Titoli di Stato di alcuni Paesi sotto osservazione, come Spagna e Portogallo, hanno avuto esito positivo e hanno contribuito al recupero di fiducia sullo scenario internazionale.

Non solo, in questo primo frangente del nuovo anno si sono ridotti notevolmente anche i differenziali di rendimento tra i Titoli di Stato tedeschi e quelli italiani, un altro elemento importante, che indica un segnale di credibilità del sistema Paese. La crisi politica e istituzionale in Libia sta provocando inevitabili contraccolpi immediati sui mercati in questi giorni, ma restano condizioni e scenari di fondo a livello internazionale, mutati in maniera significativa rispetto al biennio appena trascorso, che rappresentano importanti opportunità di ripresa e di crescita in un'ottica di medio e lungo periodo.
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