sabato 30 maggio 2009

Perché i tassi sui prestiti non calano?


Perché i tassi sui prestiti non calano? Questa domanda, più che legittima, se la pongono, ormai senza soluzione di continuità, tutti coloro i quali, per necessità, hanno contratto un prestito personale in tempi recenti.

La differenza tra i tassi fissati dalla Bce, o l'Euribor, e quelli che realmente le banche applicano ai prestiti personali è elevatissima, la qual cosa non ha lasciato indifferente neanche il Ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, che in questi giorni ha, a più riprese, invitato gli istituti di credito a ridurli in maniera tale da allinearli alla media europea.

A difesa del sistema bancario, però, è intervenuto il Presidente dell'Abi Faissola, il quale ha tenuto a precisare che i dati in possesso dell'associazione, con riferimento al mese di marzo, sui nuovi prestiti fatti all'economia, i tassi applicati dalle banche italiane, sia sui finanziamenti alle imprese di importo inferiore a un milione di euro, sia per quelli il cui ammontare è superiore, risultano inferiori di 20 punti base rispetto alla media di quelli europei. Quelli fatti alle famiglie, in conto corrente, risultano addirittura più bassi di ben 2 punti percentuali.

Un botta e risposta, quello che ha visto protagonisti Tremonti da una parte e Faissola dall'altra che vede coinvolte sia le imprese, che tuttavia, secondo l'ultimo osservatorio Abi, godono già di tassi ai minimi, che le famiglie, considerato che l'acquisto a rate è ormai di uso comune, tanto che, rispetto al 2007, le famiglie si indebitano di più, con una crescita dei prestiti personali sottoscritti per varie finalità, pari a +1,40%.

Ma, ad aumentare, appunto, oltre alle richieste, sono anche i tassi applicati ai finanziamenti. Rispetto a marzo 2007, infatti, il TAEG, cioè il tasso d'interesse complessivo applicato ad un finanziamento è aumentato, in media, del 19,50% passando, secondo i dati forniti da "Osservatorio Finanziario", da quota 9,67% all'attuale 11,50%. Un incremento che, oltretutto, contrasta con l'andamento ribassista dei tassi Bce ed Euribor, a cui sono agganciati gli interessi percentuali.

Come si passa dal tasso di finanziamento base della Banca Centrale Europea, pari all'1%, a interessi a due cifre intascati dagli istitutidi credito, per televisioni ed elettrodomestici, ma anche, più semplicemente, da mutui sulla prima casa che superano il 6%?

Districarsi nella giungla dei tassi d'interesse attivi, cioè quanto pagano le famiglie italiane per i prestiti bancari, continua ad essere un'impresa estremamente difficile.

Le banche straniere operanti in Italia, a dispetto dei tassi applicati sui prestiti erogati nel proprio Paese, sicuramente vantaggiosi e competitivi, da noi offrono prodotti finanziari allineati alla media del mercato,non agevolando in alcun modo i consumatori.

Il responsabile principale di questa impennata dei tassi è lo spread, ovvero quella percentuale che viene sommata al tasso base e alle altre voci di costo, in maniera tale da determinare il TAEG. Lo spread, in parole povere, è il margine di guadagno della banca; tanto più è elevato, tanto maggiore sarà l'utile conseguito dall'istituto di credito. Gli incrementi più consistenti, però, si sono fatti registrare non in merito al credito alle imprese quanto sui prestiti alle famiglie, meglio noto come credito al consumo.

In Italia, soprattutto sui mutui, negli anni scorsi, prima della crisi, quando il costo del denaro iniziava a salire e le condizioni di mercato erano favorevoli, c'era stata una certa competizione generata dall'arrivo sul mercato di diversi istituti esteri, che poi aveva anche contagiato diverse banche italiane. La partita si giocava proprio sugli spread che, in molti casi, erano fissati al di sotto dell'1%. Ebbene, lo scenario, all'indomani della crisi mondiale, i cui nefasti effetti stiamo subendo ancor oggi, scatenata dai famigerati mutui subprime americani, ha indotto le banche ad aumentare considerevolmente gli spread, spesso raddoppiandoli e portandoli al 2% di media, un vero salasso!

Tassi così alti, sul fronte dei mutui e, più in particolare del credito al consumo, si possono giustificare cercando di capire il meccanismo che sta alla base del sistema dei prestiti di denaro alle banche da parte della Banca Centrale Europea.

La Bce eroga denaro alle banche contro deposito in garanzia di tutta una serie di titoli, appartenenti a determinate categorie, che concorrono a determinare la quota finanziabile. Se, ad esempio, gli asset portati in garanzia dalla banca, a fronte di una richiesta di 100 milioni di euro, possono garantire un prestito di circa l'80%, nel caso dei titoli di Stato, qualora le garanzie fossero costituite da obbligazioni o mutui cartolarizzati, l'erogato sarebbe decisamente inferiore e, per tale ragione, il costo del denaro sarebbe più alto, ovvero il prestito costerebbe di più.

Un'altra circostanza da tenere ben presente è l'accesso al credito per aree geografiche. Non è un mistero, infatti, che al Sud il costo del denaro sia più elevato che al Nord e che, soprattutto per le imprese, le garanzie richieste sono spesso molte di più rispetto alle omologhe operanti in altre zone della Penisola.

APPROFONDIMENTI

Gli elementi fondamentali da esaminare prima di sottoscrivere un prestito personale
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